Immaginate una coppia di genitori alla ricerca della giusta scuola media per il figlio appena uscito dalle elementari, immaginate poi che non rimangano soddisfatti dall’impostazione delle scuole pubbliche, immaginate ora che il padre di questo ragazzo, oltre che ad essere un tipo determinato, sia anche incredibilmente ostinato e un’instancabile sognatore. I sogni infatti stancano, soprattutto quando te li porti dietro da qualche decennio senza trovare l’occasione di provare a realizzarli; si annidano in testa, nascosti, che sembrano quasi essersene andati, ma stanno lì e scavano, scavano finché capita la vita ti presenti l’opportunità, a quel punto quasi una necessità, di buttartici a capofitto e dal nulla dare loro corpo.

Questo è quello che è accaduto con Marco Sermarini, avvocato penalista di San Benedetto, che nel luglio del 2008, con un manipolo di amici e l’appoggio della sua grande famiglia, fonda nella sua San Benedetto del Tronto, la Scuola Libera “G. K. Chesterton”. Chi è però l’avvocato Sermarini?

Marco Sermarini, presidente e fondatore della Società Chestertoniana Italiana, è anche alla guida della Compagnia dei Tipi Loschi del Beato Pier Giorgio Frassati, un’associazione di fedeli cattolici con sede a Grottammare, nelle Marche.

Avvocato, lei quindi è un Tipo Losco…
Beh, assolutamente sì, ma in senso buono! Faccio parte infatti della Compagnia dei Tipi Loschi, essenzialmente un gruppo di credenti, attivo nell’ambito del sociale e del volontariato con varie attività. Nostro patrono e ispiratore è il Beato Pier Giorgio Frassati di cui ci sforziamo di raccogliere ogni giorno l’eredità spirituale; la Compagnia è nata quasi da sola, in modo naturale, il primo novembre del 1993 dopo un mese che tra amici ci incontravamo per passare un po’ il tempo e pregare. La Compagnia è oggi una realtà cresciuta fuori da ogni nostra realistica aspettativa. È divenuta una presenza fra i giovani, nelle scuole, nei luoghi di lavoro e ha dato vita a numerose realtà come l’Associazione di volontariato Papa Giovanni Paolo II onlus, ben due Cooperative (Cooperativa Capitani Coraggiosi a s.r.l. e la Hobbit soc. coop. sociale), un coro musicale, una compagnia teatrale, una polisportiva chiamata “La Gagliarda” in onore del mitico Don Camillo ed è sempre grazie a questo gruppo di amici che è nata la scuola libera intitolata a G.K. Chesterton. Tutti progetti portati avanti con il cuore rivolto a Cristo e con la mente sempre ferma su una frase del nostro Patrono che rappresenta un po’ tutto il senso del nostro agire: “Vivere e non vivacchiare”.

Mi parli un po’ proprio della scuola, come è nata e perché.
Dunque, la scuola è nata da una necessità fondamentale, quella di trovare una scuola media ad uno dei nostri figli. Avevamo sperimentato le suore Concezioniste durante la materna e volevamo farlo proseguire su questa strada, evitando quindi di iscriverlo alla scuola pubblica; non trovando nulla che ci soddisfacesse eravamo quasi rassegnati quando mi tornò alla mente un mio vecchio sogno, quello di creare una scuola in cui poter educare i ragazzi con un principio molto semplice: la famiglia educa, la scuola deve aiutarla a farlo. Iniziai così a telefonare e telefonare, e proprio quando ormai avevo quasi perso le speranze finalmente qualcuno ebbe l’ardire di rispondermi con un secco “sì”. Così, nel luglio 2008, vedeva la luce la Scuola Libera “G. K. Chesterton”

Perché Chesterton?
Perché è da lui che abbiamo ripreso la teoria di un ambiente scolastico che metta al centro il ruolo delle famiglie, come una vera comunità. Non per nulla in Chesterton il ruolo della comunità, come società partecipata da tutte le famiglie, si esprime in tutti gli aspetti della vita quotidiana, dall’educazione all’economia che vede articolata in un sistema conosciuto come “distributismo” e che si ispira alla Dottrina Sociale della Chiesa fondata dalla Rerum Novarum. Siamo convinti della bontà di questo approccio e non siamo gli unici a pensarla cosi; ne è un esempio la Chesterton Academy di Hopkins, Minnesota, USA, una high school americana partita come noi nel 2008 con gli stessi ideali, gli uni all’insaputa degli altri, e con cui siamo gemellati.

Cosa intendete per “Scuola Libera” e a cosa corrisponde giuridicamente questa definizione?
La “G. K. Chesterton” è libera perché né statale né paritaria, è una scuola parentale (o paterna). In quanto tale è legittimata, a livello legislativo, dalla riforma Casati del 1859, da quella Gentile del 1923, dalla Costituzione del 1948 e dal Testo Unico sulla Pubblica Istruzione: i genitori dell’alunno che intendano provvedere privatamente o direttamente all’istruzione del minore devono dimostrare di averne la capacità tecnica od economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità (sindaco e dirigente dell’istituto più vicino). Naturalmente mantenere questa condizione di libertà non ci dà diritto di godere dei finanziamenti garantiti alle scuole paritarie e i nostri alunni sono tenuti a sostenere ogni anno gli esami di idoneità alla classe successiva presso una scuola pubblica o paritaria, oltre i normali esami di licenza e di maturità, ma se la scelta di promuovere determinati valori e ideali comporta questo prezzo, siamo ben contenti di accettarlo.

Una scelta senza dubbio coraggiosa, ma per entrare un po’ più nello specifico in cosa consiste oggi la vostra offerta formativa e quale approccio seguite?

Ad oggi, siamo in grado di poter fornire il percorso delle medie e di alcune superiori come l’IPIA-Operatore del Benessere, l’IPIA-Elettricista e il Liceo delle Scienze Umane, come corollario a questo piano principale mettiamo a disposizione corsi di teatro, danza e musica. Riguardo l’approccio seguiamo due direttrici: la partecipazione delle famiglie e il continuo dialogo dell’esperienza formativa con la vita di tutti i giorni e l’attualità. In particolare le medie sono strutturate com una progressiva presa di coscienza del ragazzo che si dipana per gradi: prima tramite la conoscenza della realtà esterna del mondo (obiettivo del primo anno), poi del rapporto con gli altri, per arrivare alla fine del percorso a raggiungere una quanto più possibilmente piena consapevolezza di sé. Per quanto riguarda Scienze Umane invece abbiamo deciso di incentrare il corso sul principio medioevale delle sette Arti Liberali del Trivio e del Quadrivio oltre che al continuo rimando, come dicevo poc’anzi, alle vicende della contemporaneità.

Quali riscontri state avendo e se siete i soli in Italia.
Con immensa sorpresa e incredulità, abbiamo suscitato da subito un grande interesse in tutto l’ambiente, non solo cattolico, ma proprio cristiano nel suo senso più vero. Ho avuto personalmente lunghe conversazioni con cattolici dell’Europa del Nord, ma anche con cristiani americani di vari orientamenti, molto interessati alla nostra attività e al come la stiamo portando avanti. Per quanto riguarda la realtà italiana non siamo soli, anzi, da diverso tempo ci sono piccole esperienze di questo tipo, alcune molto più longeve e strutturate di noi come le scuole “ImmaginaChe” di Reggio Emilia, nate dalla dedizione di Don Pietro Margini e da un gruppo di famiglie riunite nella comunità “Familiaris Consortio”. Da qualche tempo, inoltre, per favorire la collaborazione e il dialogo tra tutte le realtà presenti sul territorio italiano è nato un coordinamento nazionale delle scuole parentali cattoliche.

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