E’ morto Pino Scaccia, storico inviato della Rai ed ex capo redattore dei servizi speciali del Tg1. Romano, aveva 74 anni. Era ricoverato al San Camillo e si è aggravato a seguito delle complicazione dovute all’infezione da Covid che si è sovrapposta alle pregresse patologie di cui soffriva.

Da giorni pregavo perché ce la facesse. Da giorni chiedevo notizie alla mia amica Renza che aveva contatti diretti con la famiglia. E invece Pino se ne è andato, portato via da questo virus che non è riuscito a sconfiggere per le sue condizioni già difficili.

Ma come se ne sia andato non importa. Importa quello che ha lasciato. Una scuola di giornalismo e una scuola di vita. Come ho conosciuto Pino? Non lo so. Dove l’ho conosciuto? Non mi ricordo. Io giovane collaboratrice della Gazzetta lo devo aver incontrato da qualche parte ad Ancona. E poi l’ho sempre seguito da lontano nel suo lavoro che faceva con una professionalità indiscussa e con un cuore immenso. Era un esempio.

Pino è stata una di quelle persone che, anche se le incontri poche volte nella vita, ti lasciano il segno. Sempre disponibile, la scorsa primavera mi aveva aiutato nelle ricerche dello zio di mio marito disperso in Russia. E mi aveva promesso che sarebbe venuto a presentare il suo ultimo libro sull’Armir. Non abbiamo avuto tempo Pino. E tu che hai rischiato la vita nella prima guerra del Golfo nel conflitto dei Balcani, in quello in Afghanistan e in altri infiniti scenari di guerra, ti sei dovuto arrendere all’unico nemico che non hai potuto vedere in faccia. Dacci uno sguardo da lassù. Ciao, Pino.

 

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here