Oggi è il giorno della memoria. Bisogna che mi ricordi che mi hanno rubato un anno. Ho perso concerti prestigiosi, anche all’estero, con musica mia. Sogni di una vita. Possibilità che difficilmente si ripresenteranno. Ho perso conferenze. Il movimento politico che ho co-fondato è rimasto al palo, inattivo, in potenza. Il mio ultimo libro, il più importante, è stato presentato una sola volta.
Bisogna che mi ricordi che ho perso cene con gli amici, gite nel fine settimana, notti in compagnia tra giochi da tavolo e chiacchierate. Ho perso il calcetto settimanale e una gara nazionale di biliardo per la quale mi ero preparato per un mese. Dal punto di vista fisico sono invecchiato di 3 anni, non di 1.
Ho perso importanti viaggi di studio e di ricerca in Spagna e in Germania.
Mio figlio ha perso un anno di karate e ora, inevitabilmente, ha abbandonato. Per fortuna non ha perso nulla, per nostra scelta, della vita scolastica. Ma tanti bambini hanno un anno di crescita intellettiva e sociale in meno.
Dobbiamo ricordarci che anziani hanno perso un anno dei loro ultimi, la possibilità di vedere i propri familiari, di passare insieme le feste. Molti hanno perso la possibilità di vedere un genitore morente e ricordarlo con un funerale degno. La clausura forzata ha esasperato animi, alterato equilibri, ritmi sonno-veglia. Molti italiani hanno perso cure importanti, annullato interventi chirurgici, fermato prevenzione sanitaria. Tutto questo in nome di una emergenza ridicola, un virus che non si vede e va cercato! Neanche l’adrenalina di una guerra o una catastrofe, neanche il ripensamento di sé che questi eventi comportano. Un nemico farlocco, tonto, che non comporta slanci né di coraggio né di eroismo, né storie da raccontare ai nipoti in vecchiaia. Un nemico che si combatte stando chiusi in casa senza fare niente e obbedendo a stupidi decreti. È il giorno della memoria: non dimentichiamo questo anno orribile, il mio personale male assoluto.

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