Si apre il sipario sulla stagione 2022 del Teatro Lauro Rossi promossa dal Comune di Macerata e dall’AMAT con il contributo della Regione Marche e del MiC che da gennaio a maggio rinnova l’alta qualità̀ delle proposte, con la migliore tradizione del teatro italiano.
Martedì 25 e mercoledì 26 gennaio la scena è per Io, Steve Jobs di Corrado D’Elia, una storia unica, pennellata con umanità e visione, un’esperienza coinvolgente e indimenticabile. Un flusso di pensieri, una soggettiva sensibile e commovente, con cui Corrado D’Elia ci racconta una delle figure più controverse del nostro tempo.
Io, Steve Jobs è un vero e proprio inno alla creatività, uno spettacolo dedicato ai mille volti del talento di Jobs: il genio, il ribelle, l’anticonformista, l’uomo che ha saputo innestare l’anima alla tecnologia, ma anche Steve il solitario, il visionario, il cocciuto e l’idealista, colui che pur in difficoltà ha saputo rialzarsi in maniera eccezionale. L’uomo che ha saputo trasformare ogni lancio di prodotto in un evento memorabile. L’uomo incapace di gestire i più semplici rapporti umani eppure in grado di circondarsi dei migliori collaboratori al mondo. L’abilissimo comunicatore che pensava che la tecnologia ci avrebbe reso più umani e che ci ha insegnato che quando la tecnologia è bella, anche noi lo diventiamo. Colui che non ha mai distinto sogno, utopia e realtà. L’uomo partito dal niente, che alla fine ha avuto tutto.
E quel discorso, indimenticabile, quell’appello rivolto per i giovani dalla Stanford University e arrivato poi a tutto il mondo, che resterà per sempre nel nostro dna: “siate affamati, siate folli, non omologatevi, osate sempre, siate creatori del vostro destino e del vostro futuro”. Così l’uomo è diventato mito.
“Il progetto – racconta Corrado D’Elia – indaga ambiti legati alla tecnologia ma anche temi in me ricorrenti: come può la tecnologia aprirci le porte della bellezza? Perché la solitudine accompagna sempre la vita dei grandi geni? Come si accompagnano vita, arte e bellezza? A cosa dobbiamo rinunciare quando inseguiamo le nostre visioni e i nostri sogni? La scienza senza bellezza non è nulla, questo ci ha insegnato Steve Jobs. E chi si accontenta non arriva, non ce la fa. Occorre puntare sempre oltre i nostri limiti, oltre i limiti dell’immaginabile. Uno spettacolo che sento come la perfetta continuazione della ricerca intrapresa ormai da qualche anno sulle grandi personalità che hanno fatto la nostra storia”.
Gli album di Corrado D’Elia sono eventi scenici quasi intimi, privati, come potrebbe esserlo un album di vecchie fotografie da mostrare con pudore. Sono racconti di passioni, percorsi poetici che ogni volta coinvolgono ed emozionano, sospendendo il tempo, in uno stato di totale condivisione con il pubblico. Assoli suggestivi ed intensi che l’attore-autore racconta sul palco in profonda solitudine.
Io, Steve Jobs è uno spettacolo di e con Corrado D’Elia. selezionato nell’ambito di Next 2020 un progetto di Regione Lombardia in collaborazione con Fondazione Cariplo. Il progetto scenico è di Chiara Salvucci, assistenti alla regia Luca Ligato e Sabrina De Vita, ricerca Alessandro Sgamma, produzione Compagnia Corrado d’Elia.

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