Innovazione, specializzazione e diversificazione sono le chiavi per accrescere la competitività del sistema Marche anche nel settore dei servizi. Presso l’Auditorium dell’Università di Macerata la Regione ha coinvolto i protagonisti della ricerca e dell’innovazione presenti nel territorio per affrontare le nuove esigenze e le nuove sfide di che si aprono sul mercato nazionale e internazionale. Il tutto nell’ambito della Strategia della specializzazione intelligente 2021-2027: lo strumento di indirizzo che le Regioni devono adottare per concentrare gli interventi di ricerca industriale e di innovazione verso gli ambiti a maggiore potenziale di crescita. Classificata come S3 (Smart Specialisation Strategy), viene utilizzata in tutta l’Unione europea per migliorare l’efficacia delle politiche pubbliche: è concepita a livello regionale, ma è valutata e messa a sistema a livello nazionale ed europeo. Il 1 febbraio scorso la Regione Marche ha avviato il processo di consultazione sul territorio con la convocazione dell’Osservatorio regionale per la strategia della specializzazione intelligente. Il confronto si è svolto, poi, per tavoli tematici. All’Ateneo di Macerata si è riunito quello dedicato alla “Innovazione nei servizi”, con riguardo alle imprese, alla persona, alla comunità, alla pubblica amministrazione, ai settori manifatturiero, turistico, commerciale e sociale. “Abbiamo bisogno di una strategia condivisa, perché il territorio deve ritrovare una vocazione economica che si sta offuscando. Abbiamo bisogno di contaminazione che cerchiamo qui, nell’Università, che ha nel suo Dna la diffusione della cultura e la capacità di imprimere innovazione anche nelle idee – ha detto il vicepresidente Mirco Carloni, assessore alle Attività economiche – Oggi siamo qua per continuare nel confronto e nell’analisi su quello che sarà la specializzazione intelligente. Molti hanno ancora la percezione di scelte prese dall’alto e calate dall’Europa attraverso le Regioni. Mentre in questa fase della programmazione 2021-2027 noi abbiamo voluto caratterizzarci fortemente per una decisione che parta dal basso, dalla condivisione e dalla contaminazione con i protagonisti del territorio. Se condividiamo il percorso, questo rende più facile costruire una strategia utile a crescere, perché beneficiari sono le imprese e i cittadini. Sono loro che devono ritrovarsi in quelle scelte, per porre in essere quell’incremento produttivo e occupazionale di cui le Marche hanno bisogno”. L’Osservatorio, ha sottolinea il rettore Francesco Adornato, “rinsalda la collaborazione tra Regione, Università, enti e aziende del territorio in relazione a quei processi culturali ed economici che vedono, nella digitalizzazione, la dinamica del futuro: un settore, su cui il nostro Ateneo sta investendo fortemente in termini di offerta formativa”.

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