Negli scorsi giorni presso la XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, si sono tenute audizioni informali nell’ambito dell’esame del disegno di legge C. 2561 Governo, recante “Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia”, alle quali hanno partecipato rappresentanti di: Associazione Nazionale Famiglie Numerose (Anfn), Movimento Italiano Genitori (Moige) e Associazione delle Famiglie (Afi)

L’Associazione Nazionale Famiglie Numerose era rappresentata da Alfredo Caltabiano collegato in streaming e Paolo Moroni in presenza.

Il Family Act è un disegno di legge che ingloba il precedente PdL Lepri – Delrio sulla istituzione dell’assegno universale e aggiunge allo stesso altri provvedimenti a favore delle famiglie e quindi i punti di intervento sono così specificati: Istituzione assegno universale, Sostegno alla educazione con contributi per frequenze nido/infanzia, viaggi istruzione, sport, arte, musica, apprendimento lingue estere, Attuazione dei congedi parentali e di paternità, Incentivazione e tutela del lavoro femminile, Sostegno alla istruzione dei figli nei percorsi universitari. Su tutto dovrebbe agire l’indicatore Isee, che non sempre risulta davvero equo.

“La scala di equivalenza sulla quale si sviluppo l’indicatore Isee è assolutamente iniqua – ha sottolineato Alfredo Caltabiano nel suo intervento – e per questo la nostra associazione chiede il superamento dell’Isee o in alternativa l’introduzione di un correttivo, come per esempio il cosiddetto fattore famiglia che riconosca l’effettivo perso sui carichi familiari. Altro fatto da sottolineare – ha continuato – sono i limiti relativi alla riduzione dell’importo dell’assegno universale nell’età compresa tra i 18 e 21 anni, limite che va in contrapposizione alle finalità del disegno di legge che, in premessa, prevede che gli interventi del Governo devono essere diretti a sostenere la natalità con un apporto economico protratto fino a quando i figli avranno acquisito l’indipendenza economica dalla famiglia d’origine”.

Secondo l’ANFN un altro rischio è che l’applicazione della nuova normativa porti in sostanza meno soldi nella tasche delle famiglie specialmente quelle numerose e quindi è indispensabile un meccanismo correttivo che intervenga al verificarsi di dette situazioni. Da ultimo, visto che tutto cozza con la “fatidica” copertura di spesa, ANFN ha chiesto l’introduzione graduale a partire dalle famiglie con 3 o più figli.

I rappresentanti di ANFN hanno poi discusso sulle simulazioni simulazioni effettuate sulla base delle nuove disposizioni e che – posto un valore di riferimento dell’assegno universale e relative maggiorazioni -evidenziano come il differenziale è sempre negativo in presenza di lavoro dipendente (ricordiamo che tra le varie misure per reperimento fondi ci sarà l’abrogazione degli assegni familiari) e parzialmente positivo in presenza di redditi derivanti da lavoro autonomo (per i quali non era e non è prevista l’erogazione degli assegni familiari). Negativo per tutti al superamento dei 18 anni dei figli, e negativo in particolare per le famiglie numerose. Quindi si evidenzia la necessità si valutare bene la consistenza dell’assegno universale in quantità e durata.

Nel testo del disegno di legge è previsto, purtroppo, che l’assegno universale possa essere concesso sia in erogazione mensile di denaro, sia in forma di credito di imposta da recuperare nella dichiarazione dei redditi. L’erogazione deve assolutamente avvenire in forma di erogazione di denaro altrimenti ci sarà un crollo delle entrate nette delle famiglie (quando arrivi a recuperare nella dichiarazione dei redditi qualcuno potrebbe essere già morto).

Infine i rappresentanti dell’ANFN hanno suggerito che potrebbe essere il momento buono profittando del “recovery fund” per il quale spetta al Governo dare le priorità di intervento e quindi rappresenta “una scelta ben precisa”.

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