Angela Merkel

Un lancio Ansa del 21 Ottobre rende noto che la parola “razza” sparirà dalla costituzione tedesca. Così avrebbero concordato Angela Merkel, il vicecancelliere Olaf Scholz e il ministro dell’Interno Horst Seehofer, secondo la Sueddeutsche Zeitung, che lo scrive in prima pagina. L’iniziativa si deve a una proposta dei Verdi, inizialmente rigettata.
“La parola razza sarà cancellata, mentre resterà la protezione dal razzismo”, scrive la testata di Monaco. Nell’articolo 3 della Carta tedesca si legge che nessuno deve essere penalizzato o avvantaggiato “a causa della sua razza”. Il concetto di “razza” oggi appare però ormai “scientificamente inadeguato”, rileva il giornale.

La questione è stata più volte sollevata anche in Italia, la cui Costituzione all’art. 3 recita:

«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all organizzazione politica, economica e sociale del paese».

La richiesta, ad esempio, è stata sollevata nel 2017 dall’Istituto italiano di antropologia e si baserebbe sull’evidenza scientifica dell’insensatezza del termine in questione.

“La razza umana non esiste, esiste il genere umano!”, “Il sangue è rosso per tutti” ed altri simili slogan sono rimbombati per ogni dove negli ultimi dieci anni. Non è questo il luogo dove mettersi a disquisire del significato di specie, sottospecie, difenotipi, di bonobo è scimpanzè, né di far notare che l’uomo sarebbe l’unico animale sulla terra a non avere razze, né di mostrare la genesi della teoria che parte da Boas, nè di far presente che la scienza forense e quella medica continuano ad utilizzare il termine e i concetti ad esso connessi, parlando di caucosoidi, congoidi eccetera. Ne verrebbe fuori un ginepraio dal quale usciremmo tra mesi, se mai potessimo uscirne.

Qui la questione è un’altra, ed è puramente logica: come è possibile eliminare la parola “razza”, perchè non esiste un suo corrispettivo nel mondo reale, e nel contempo inasprire, come da mantra odierno, la lotta al razzismo e alla discriminazione razziale? Stride evidentemente dal punto di vista argomentativo questa pretesa! Un accusato per odio razziale come potrebbe essere condannato se opponesse di non aver potuto commettere reati perchè impossibilitato a discriminare individui in base a qualcosa che non esiste e quindi non è visibile nei soggetti?

E’ evidente poi che il razzista potrebbe continuare ad esserlo pur non adoperando affatto il termine razza. Finchè ci sarà distinzione tra un giapponese, un nigeriano e uno svedese, e purtroppo temo che tale distinzione cadrà nel giro di un secolo di meticciamento forzoso, che si chiamino queste differenze caratteri razziali o “birimbetici” cambierà poco. Allora si tratta di una operazione meramente terminologica, ipocrita ed ideologica, e come tale avente una chiara connotazione politica. Se gli individui saranno riconoscibile per la diversa “birimba”, e io spero lo siano per sempre, contro ogni cancellazione delle identità e delle differenze tra i popoli, la questione della discriminazione razziale rimarrà la stessa.

E’ recentissima una intervista a Liliana Segre, trasmessa in Rai il 27 Settembre 2020 nel programma di Corrado Augias, durante la quale si chiede all’olosopravvissuta se fosse d’accordo con tale eliminazione della parola dall’art. 3. Ebbene, conscia del problema logico, la Segre ha tentennato per poi dire infine che la parola va mantenuta, poiché è stata messa lì per ricordare che solo di razza umana si può parlare. Capolavori del paralogismo da arrampicata sugli specchi, che rivedremo presto al centro del dibattito anche in italia.

Chiediamoci: da dove viene questa esigenza di violentare il linguaggio? Semplicemente da una incomprensione, che in realtà tale non è, cioè la confusione tra razzismo e razzialismo. Il termine “razza” non si connette automaticamente al concetto di razzismo, contrariamente a quanto vuol far credere il progressismo meticcista. Io posso benissimo vedere che ci sono differenze tra gruppi umani locati geograficamente in luoghi del globo e chiamare essi razze, senza dover per forza credere di ritenere la mia razza la migliore né, tantomeno, pretendere di dominare le altre razze perchè inferiori, cattive, inumane perfino. Questa è stata una cattiva abitudine di origine amglosassone. Si tenga conto che la stima e l’amor di sé e della propria origine, che sia razza, patria, famiglia, avi, lingua, letteratura o musica, è la fonte di ogni bellezza in questo mondo, come dicono espressamente Aristotele,Leopardi ed Heidegger tra gli altri. Non per forza deve trasformarsi in sopraffazione.

L’unico odiatore certo delle diverse razze è chi ne vuole la scomparsa irreversibile tramite il meticciamento. Come con i colori sulla tavolozza, una volta fatto il pasticciaccio sgradevole che vien fuori quando li si mescola insieme, come amano fare i bambini alla fine di un dipinto, dopo aver mescolato le razze non sarà più possibile ripristinare quelle differenze che, lo dico a scanso di equivoci, sono belle e meritano di sopravvivere in eterno. Quindi, e di questo siate certi, l’unico razzista certo è il multiculturalista e il multirazzialista spinto.

Il mondo che invece ci si prospetta, come da programmi mondialisti datati ormai almeno un secolo, e Kalergi sta lì a ricordarcelo, è un mondo di monadi senza legami di alcun tipo. Individui simili che si riconosceranno tra loro per motivi futili e labili, facilmente cancellabili e sostituibili. E individui senza legami sono i sudditi perfetti per uno stato dittatoriale mondiale. Chi porterà i capelli così, chi i vestiti cosà, chi avrà quella data preferenza sessuale, chi seguirà quel guru dei social… questi saranno i gruppi del futuro. Appartenenze autodeterminate e eterodirette. Nel mondo senza identità del futuro distopico allora sì, il termine razza potrà scomparire, ma con esso anche le culture popolari, le tradizioni, le lingue, i saperi ancestrali. Per raggiungere quale scopo? L’ impossibilità della discriminazione? Illusione questa, tra le più stupide, vista la facilità con cui si creano incessantemente nuove categorie da discriminare: i negazionisti del covid, gli analfabeti funzionali, i novax, i barbari leghisti. Ma anche quelle vecchie non vengono nel frattempo abbattute: i ciccioni, i pelati, i terroni, gli sfigati e via dicendo. Eliminiamo anche queste parole dal vocabolario?

Le conseguenze ridicole di questo buonismo petaloso, che in realtà è riprogrammazione neurologica e psicologica attraverso il linguaggio, sarebbero molteplici, di fronte alle quali la necessità antidemocratica delle “quote rosa” sarebbe una sciocchezza.

Il problema è che il passo che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” verrà in sostanza reso contrario a ciò che in realtà vuole esprimere, trasformandolo di fatto in “tutti i cittadini saranno soggetti allo strapotere dei governi poiché non avranno più distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche”. Ed è esattante quello che già sta avvenendo. La divisione senza limite degli orientamenti e delle identità sessuali, l’imposizione di una lingua tardo-inglese per analfabeti, la creazione di una spiritualità newage, la criminalizzazione delle posizioni antiprogressiste ed antiscientiste tutte, stanno già creando, a colpi di leggi e operazioni massmediatiche, il cittadino unico di cui dicevamo prima.

La costituzione recita “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale” e non “creare con operazioni di ingegneria sociale un cittadino senza caratteri singolari o collettivi”! Rifletteteci.

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2020/10/21/la-parola-razza-sparira-dalla-costituzione-tedesca_099c9b03-964b-4cb2-9160-54157fb82b8e.html

 

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