Torna anche quest’anno la campagna di raccolta fondi promossa dalla Fondazione Pergolesi Spontini per sostenere le attività e la ‘mission’ del Teatro Pergolesi, uno dei più rilevanti e apprezzati teatri storici delle Marche, da oltre 220 anni nel cuore della città di Jesi e dei suoi cittadini. Nella campagna di raccolta fondi 2021, ogni donazione sarà un regalo per il Teatro e sarà un regalo per migliaia di persone di ogni età che potranno continuare a vivere la bellezza e l’unicità dell’esperienza artistica nel luogo che ne rappresenta l’identità, la storia e la cultura da generazioni.
Tutti possono diventare sostenitori del Teatro Pergolesi di Jesi, e numerose sono le misure proposte. I privati cittadini possono diventare sostenitori attraverso l’Art Bonus, diventare “Amico della Fondazione Pergolesi Spontini”, diventare donatore con il 5×1000, o ancora lasciare un segno per le generazioni future. Le imprese possono diventare Soci sostenitori e partecipare alla governance del Teatro, possono diventare Mecenati tramite Art Bonus, o Sponsor e abbinare il proprio marchio agli eventi, come si legge nel sito
https://www.fondazionepergolesispontini.com/diventa-sostenitore/
Di fronte all’Arco del Magistrato (già Porta Romana), allora zona periferica della città di Jesi, il pittore ed architetto jesino Domenico Luigi Valeri acquistò il terreno e vi costruì a sue spese il Teatro del Leone.
Eretto in legno tra il 1728 ed il 1731, fu uno dei primi teatri delle Marche. Presentava pianta ad “U” con 62 palchi disposti su tre ordini. Questo teatro, giudicato “assai incomodo” dalla nobiltà locale, venne presto snobbato. Andò distrutto da un incendio nel 1892. Nel 1790 il Comune cedette alla Società della Concordia, costituita da 54 nobili Jesini con il sostegno del governatore pontificio Pietro Gravina dei grandi di Spagna, dei lotti di terreno già occupati da piccole botteghe. Per volere della Società venne, dunque, iniziata la costruzione dell’allora Teatro della Concordia, a sostituzione del vecchio teatro del Leone, ormai non più adeguato alle esigenze dell’epoca.
Il progetto originale fu affidato all’architetto fanese Francesco Maria Ciaraffoni, ma venne ampiamente rivisto dall’architetto pontificio Cosimo Morelli da Imola che, assai conservatore e legato a canoni neorinascimentali di ordine e chiarezza compositiva, impediva ogni innovazione architettonica. Morelli provvide ad allargare la pianta ed il boccascena e diede la definizione dell’ampia curva ellittica della sala, da cui dipende la sua ottima acustica. Inoltre rivide il disegno della facciata creando un alto basamento a bugnato liscio con un motivo ad arcate in asse con le finestre a timpano dei piani superiori.
La realizzazione tecnica, in particolare della volta, venne affidata all’architetto Giovanni Antonio Antolini. La decorazione interna venne affidata a due famosi artisti neoclassici: il pittore Felice Giani, che dipinse le Storie di Apollo sulla volta della sala, e al decoratore Gaetano Bertolani che realizzò gli ornamenti e gli stucchi.
Il teatro venne inaugurato nel carnevale del 1798, non alla presenza dei nobili finanziatori quanto del popolo e dei giacobini, che nel frattempo avevano invaso la città in seguito alla vittoria napoleonica e al Trattato di Campoformio.
I lavori di abbellimento continuarono. Carlo Bertani e Carlo Caccianiga realizzarono otto scenari, rinnovati nel 1828 dal fiorentino Luigi Facchinelli. Nel 1837 furono aggiunti sei palchi nel proscenio, decorati nel 1859 dal romano Giuseppe Vallesi che provvide a restaurare anche le pitture del Giani- Successivamente sulla facciata fu aggiunto il fascione che sovrasta il cornicione e che reca al centro l’orologio in pietra tenuto da due Aquile federiciane e due cornucopie. Dono di Massimiliano di Beauharnais del 1839, in seguito alla calorosa accoglienza ricevuta l’anno prima durante la sua visita a Jesi.
Nel 1856 venne realizzato dal pittore jesino Luigi Mancini il sipario storico con L’ingresso di Federico II a Jesi nel 1216, dove l’imperatore svevo era nato nel 1194.
Nel 1883 il teatro perse la denominazione di teatro della Concordia per prendere quella definitiva di “Giovanni Battista Pergolesi”, in omaggio al celebre compositore nato nella stessa Jesi nel 1710.
Dal 1929 il teatro è diventato di proprietà del comune.

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