La strada per arrivare all’azienda vitivinicola Socci, si arrampica tra le colline del territorio di Castelplanio, nel cuore di una delle zone di produzione vinicola più importanti delle Marche. Tra una quercia centenaria e l’altra il panorama offre deliziosi appezzamenti agricoli, dove predominano i filari di viti che si appoggiano morbidamente ai movimenti rotondi dei poggi. La cantina è immersa e circondata dalle vigne in cima a monte Deserto, trecentocinquanta metri sul livello del mare. Il posto è incantevole e adattissimo alla coltura del vitigno principe di questa zona: il Verdicchio dei Castelli di Jesi.
La famiglia Socci lo coltiva del 1973, da quando Umberto decide di dare corso alla sua passione per il vino. Oggi è il figlio Pierluigi a continuarne il lavoro. Parlare con lui è sentire il forte legame col territorio, il valore della fatica, l’amore per la famiglia, la tradizione che può essere migliorata con l’innovazione. Pierluigi parla, perché “il vino è vita, farlo è un’arte e parlarne è cultura”; ed è un vero piacere ascoltarlo perché oltre che a essere un valente vignaiolo, è un artista, un creativo che non ha paura di sperimentare. Come recita uno dei suoi motti “la tradizione resiste e la tecnologia insiste”; quindi l’uva è colta a mano, non si utilizzano diserbanti, si rispettano i tempi della natura e i disciplinari, ma si ammicca all’introduzione di nuovi metodi e sistemi.
L’elegante “Deserto”, un IGT bianco Marche 100% Verdicchio il cui nome è fortemente legato al territorio, è imbottigliato con tappo di vetro: esso permette facilità di apertura e chiusura, garantisce una traspirazione costante anche se lenta, permettendo una conservazione più lunga nel tempo ma soprattutto elimina totalmente il rischio del fastidioso sentore di tappo.
Interessante la tecnologia usata per la produzione del Verdicchio dei Castelli di Jesi DOP Classico superiore “Marika”, ottenuto con la crioestrazione selettiva. In pratica si ottiene un mosto più ricco di zuccheri, congelando i grappoli prima della pressatura; morbido e pieno, questo vino ben rappresenta la passione, il carattere e l’impegno che Marika, figlia di Pierluigi, mette nel suo lavoro seguendo la parte commerciale, le pubbliche relazioni e i contatti via web della cantina Socci. Anche per il Marika il tappo è in vetro.
Intrigante la vinificazione del Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico superiore “Bianca” (nipotina di Pierluigi) che avviene tutta in uno speciale contenitore che elimina qualsiasi manipolazione o travaso fino all’imbottigliamento. Questa tecnica, chiamata VINOOXYGEN® semplifica l’intero processo di trasformazione del mosto in vino, limita l’uso dei composti solforosi ed è ecologica poiché consente un notevole risparmio di acqua ed energia elettrica.
Un altro Verdicchio DOC di Socci è il “Martina” (altra figlia di Pierluigi e mamma di Bianca) profumato e morbido, prodotto raffreddando il mosto e lasciandolo per diciotto ore a contatto con le bucce. E’ caratterizzato da note fruttate intense.
Alla moglie Floriana, Pierluigi ha dedicato l’Ousia, un sontuoso spumante metodo classico millesimato Pas Dosé che rimane sui lieviti trenta mesi. La parola di origine greca può essere tradotta con “essenza” e rende bene la finezza e lo stile di questa bollicina di Verdicchio.
A chiudere la gamma dell’azienda Socci, un altro spumante, un metodo classico millesimato Brut. Esauriti i nomi delle donne della famiglia, il PeterLuis porta il nome del suo produttore e lo rappresenta bene: la sua permanenza sui lieviti per diciotto mesi, lo rende potente e morbido al medesimo tempo, con sentori di pera e mela cotogna che non interferiscono con l’inconfondibile nota di mandorle tipica del Verdicchio.
Per approfondire tutte le declinazioni di questo splendido vino prodotto da questa bella famiglia vi rimando al sito www.verdicchio.it col consiglio di visitare questa cantina senza mancare di farvi raccontare la storia delle etichette dei loro vini, mentre li degustate.

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