E’ uscito a giugno ma non è mai abbastanza parlarne. È il Report annuale 2019 dell’Associazione Meter sulla pedofilia e sulla pedopornografia ed è il bilancio di un crimine mondiale che impone di essere letto, approfondito, assimilato, compreso e non sottaciuto. Esso non può essere relegato a meri risultati statistici, numeri freddi e senza vita.

È un lavoro lungo 150 pagine che riportano fedelmente il delicato e indefesso servizio di Meter a tutela e difesa dei minori: una missione trentennale, una storia autorevole, che, a ben dire, ha scritto un pezzo di storia contro la pedofilia e gli abusi sessuali sui minori, vittime di abomini e indifferenza.

Negli ultimi diciotto lunghi anni di dolore, Meter ha inviato 61.525 protocolli e numerose email alle Polizie di tutto il mondo e alla Polizia italiana (con la quale dal 2008 è in vigore un accordo di collaborazione), con la speranza di avviare azioni investigative nei confronti di sospetti pedocriminali. Si tratta di materiale concretamente prodotto, diffuso, scambiato e detenuto.

Le dettagliate denunce (dal 2002) contenevano 174.731 link;  dal 2014 (solo negli ultimi 5 anni)  sono state denunciate 16.003.014 foto e 3.469.196 video: milioni di bambini abusati, uno scempio e un vero e proprio orrore. Si aggiungono le 8.397 comunità e social network, i 12.610 mega archivi e le 1.022 chat con decine di migliaia di utenti dichiaratamente pedofili o amanti dei bambini, edulcorata espressione di una perversione a cui si fa fatica a comprendere nelle sue profonde azioni criminali.

Una considerazione viene spontanea: se le Polizie, in diversi Paesi del mondo, avessero preso sul serio le nostre denunce, forse avrebbero maggiormente contribuito alla repressione del drammatico fenomeno dello sfruttamento sessuale dei minori! Forse avrebbero individuato qualche vittima schiava e sottomessa (da anni), da soggetti perversi e pericolosi!

Per non parlare dei Server Provider che per una dichiarata “tutela della privacy” dei propri clienti, non hanno fornito i dati per l’individuazione dei soggetti responsabili di tale “traffico illecito” e si sono ribellati alla cancellazione dei contenuti come si trattasse di una censura. Tutto gestito burocraticamente, senza avere la percezione e la responsabilità del coinvolgimento di minori schiavizzati, torturati e resi oggetti erotici e sessuali.

Meter ha avviato una serie di collaborazioni con i Server Provider, alcuni dei quali sono intervenuti per la rimozione del materiale. Questo però non ha portato a indagini delle Polizie estere: è stata un’azione utile ma insufficiente.

Le denunce sulla cosiddetta “pedofilia pseudo culturale” non sono da meno: si tratta di un’altra storia, non meno pericolosa della prima, fatta di lobby ben strutturate e certo ormai non ignote al pubblico. Sono presenti nel web in maniera palese ed estrosa.

Il Deep Web ospita il pedo criminal web: dal 2012 in poi, in questi 8 anni, Meter ha scoperto e denunciato 47.421 siti sui quali l’azione dei cyber-pedofili si è fatta sempre più presente per i traffici di materiale pedopornografico. Un business incontrollato.

Il Centro di Ascolto è il cuore di Meter, il centro della relazione di aiuto dove si ascolta, accoglie, accompagna la vittima: dal 2002 al 2019 sono 1.721 i casi seguiti e abbiamo risposto a 29.996 richieste telefoniche al numero verde 800 45 52 70.

I numeri del Report 2019 rappresentano il dolore, la sofferenza e la tragica realtà di un abominio che si perpetra sui bambini: la schiavitù sessuale,  che è il risultato di una strategia criminale che non risparmia i piccoli, i bambini, senza difesa e senza voce dove. Le nostre sono parole e numeri che contrastano e denunciano il “negazionismo degli abusi” e si contrappongono all’idea della “normalizzazione della pedofilia” .

Il Report presenta l’orrore nel dettaglio: da pagina 32 a pagina 51 le denunce di pedopornografia pari a 8.489 link (7.074.194 foto e 992.300 video); 323 chat e 325 cartelle compresse .rar (dato rilevante per il 2019), così numerosi da risultare non quantificabili con la classificazione dei domini nei 5 continenti e la collocazione geografica dei Server Provider dove collezionisti disumani hanno catalogato ed esposto nelle vetrine del web (e non si esclude nel mondo reale, perché di questo si tratta) corpi, volti, gesti di bambini a cui è stata rubata per sempre l’innocenza.

I numeri sono ogni anno in costante aumento; anzi, risulta sempre più complicato monitorare un fenomeno che sfrutta la potenza del web e la connivenza di coloro che gestiscono gli spazi in cui prolifera questa attività criminale nonostante le importanti collaborazioni avute in questi anni. Crudeli aguzzini si accaniscono anche sui i neonati e la crescita esponenziale del turismo pedofilo e pedopornografico online con indice di gradimento è sempre più inquietante.

Il Centro di Ascolto ha accolto 142 casi e 385 richieste telefoniche. Per la formazione abbiamo partecipato a 113 convegni e incontrato 5.258 tra studenti e docenti.

Se ci limitassimo alla sole denunce, pur di fondamentale importanza, l’azione sarebbe limitata e inefficace: ecco perché Meter attraverso il Polo Formativo ed educativo offre formazione con incontri rivolti alla Scuola e all’Università, nelle Diocesi italiane ed estere come anche l’Alternanza scuola-lavoro.

Meter ha anche svolto  una indagine conoscitiva che offre uno studio pilota sull’uso della rete da parte dei ragazzi e della loro conoscenza dei pericoli che possono riscontrare: sexting, grooming, cyber-bullismo, su un campione costituito da 357 partecipanti tra i 14 e i 16 anni.

Il Centro diurno offre concrete risposte educative al territorio, ai minori e alle loro famiglie (pp. 132-135). Insieme al Centro Polifunzionale per l’infanzia e l’adolescenza (50 le famiglie accolte) ci occupiamo del benessere dei più piccoli

La Giornata Bambini Vittime è, infine, l’appuntamento più atteso di Meter da 24 anni. Quest’anno è stata svolta – causa coronavirus – in una nuova forma che ha visto la partecipazione attenta di tanti bambini.

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