Viviamo un’epoca di confusione, di instabilità politica e spirituale, quello che senza alcun dubbio verrà ricordato dai posteri come un lungo periodo di indiscussa crisi, parola greca che indica un momento di grandi cambiamenti. Come in tutti i periodi di crisi i processi dialettici ad ogni livello non si contano e anche in campo politico, negli ultimi anni, sono nati molti movimenti delle matrici più disparate. Tra pochi mesi si terranno le elezioni per il Sindaco della nostra Capitale e Fabrizio Verduchi (46 anni) è fondatore del Movimento politico Italia Cristiana, fondato nel 2002, ed è già candidato a Sindaco di Roma nel 2013 e nel 2016.
Dott. Verducchi, perché ha sentito la necessità di fondare Italia Cristiana e come ha iniziato a interessarsi alla politica?
La mia storia politica inizia 30 anni fa. La Fede Cattolica è stata sempre centrale nella mia vita, ed è stata la ragione per cui a 20 anni ho abbandonato la prima esperienza di militanza politica in un partito per studiare la Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica. E così insieme ad altri amici ho sentito la necessità, nel 2002, di fondare un movimento politico che potesse affrontare il dibattito sulla gestione della cosa pubblica dal punto di vista della Dottrina della Chiesa. Nasce così Italia Cristiana un movimento che, nonostante il suo esplicito orientamento cristiano, ha ricevuto e riceve tutt’ora, quando si parla di certi temi come l’aborto, il sostegno anche tra i laici più secolarizzati e persino tra gli atei.
Tocco subito un tasto se non dolente quantomeno problematico al giorno d’oggi: a
quale Chiesa Cattolica fate riferimento? Non è un segreto che molti fedeli siano disorientati dalla coesistenza di due Papi e sul loro differente approccio al magistero…
Noi crediamo ci sia un solo Papa, e in questo periodo di confusione, anche purtroppo negli alti prelati, per non sbagliare seguiamo il Magistero infallibile della Chiesa. La Chiesa è Santa e santificante a prescindere dagli errori dei singoli uomini che la costituiscono; nostra ultima intenzione è quella di dare adito a chi vorrebbe vedere nella situazione certamente confusa dei nostri tempi il seme di uno scisma che sarebbe assolutamente dannoso per tutta la comunità cristiana.
Ci sono però altri movimenti che vorrebbero porsi alla guida politica dei cattolici italiani, in che cosa vi differenziate? Perché un cattolico dovrebbe scegliere Italia Cristiana rispetto ad un altro partito?
Beh, sicuramente per il fatto che cerchiamo di vivere il messaggio cristiano con la massima coerenza e serietà, per noi su questo non ci sono sconti o questioni di utilità politica, o mediatica, che possano reggere, l’esempio personale è la prima e autentica testimonianza.
Ma non pensa che questa fermezza, seppur ammirevole, possa danneggiarvi in sede di contrattazione politica magari con altri partiti più grandi in cui, almeno in generale, potreste trovare validi alleati?
Ma guardi, in realtà non è così. Siamo presenti in diversi comuni e regioni d’Italia e, laddove abbiamo trovato esponenti di Lega o Fratelli d’Italia vicini alla nostra impostazione e ai nostri valori, abbiamo lavorato e lavoreremo di concerto per costruire un fronte politico comune, In una alleanza l’importante non è la poltrona, ma un programma di valori condivisi.
Cosa pensa della Democrazia Cristiana? Vi sentite in qualche modo legati a quell’eredità politica?
Assolutamente no. Non dimentichiamo che leggi come la 194, che porta in calce la firma di sei democristiani, e la legge sul divorzio furono approvate proprio durante governi a guida DC di cui quindi, pur riconoscendo la palese rilevanza storica e politica, non possiamo sentirci assolutamente eredi o debitori.
Poco fa ha citato Fratelli d’Italia e Lega, qual è il vostro rapporto con il partito della Meloni e quello di Salvini?
Come già detto nei territori all’interno di questi partiti troviamo singoli esponenti validi con cui è possibile dialogare, ma in generale ci poniamo in un’ottica di critica verso i partiti nel senso che non possiamo apprezzare la difesa della Legge 194 quando si parla di tutela della vita e i toni, a nostro parere sin troppo misurati, con cui ci si oppone alla veemenza ideologica lgbt. In questo ci sentiamo più vicini a Orbán, Duda o Trump.
Prima di chiudere con alcune domande più strettamente politiche, le chiedo: nel vostro programma si richiede agli iscritti una “coerenza del vivere”, in che cosa consiste?
Noi chiediamo ai nostri iscritti di vivere una vita consapevolmente cristiana anche in campo politico, essenzialmente nel fare politica senza dimenticare di essere cristiani cattolici. Spesso si dice che un politico nel momento in cui dalla militanza passa ad ruolo politico o ad un incarico pubblico debba essenzialmente farsi fagocitare da un sistema che è tutto fuorché trasparente, questo è proprio quello che vogliamo evitare.
Dunque, lei è stato già due volte candidato a Sindaco di Roma per Italia Cristiana nel 2013 e nel 2016; cosa le è rimasto di questa esperienza?
A parte il coinvolgimento che si vive durante ogni campagna elettorale che ti riguardi personalmente sono rimasto colpito dalla totale mancanza di equilibrio nel trattamento mediatico dei candidati. Noi in particolare abbiamo avuto veramente molta difficoltà a farci ascoltare e conoscere attraverso i media, in questo caso fondamentali sono stati gli strumenti mediatici della rete che ci hanno permesso di farci conoscere, non solo a Roma, ma un po’ dovunque in Italia.
E nel 2021?
Per quanto riguarda Roma onestamente non ci sentiamo vicini ai nomi dei candidati sindaco del Centrodestra che attualmente circolano. Per noi è prioritario un programma di valori e siamo pronti a muoverci anche autonomamente, proprio in queste settimane stiamo chiudendo accordo con altre due liste. Stesso discorso vale per gli altri comuni che andranno al voto.
E se domani si votasse e Italia Cristiana avesse una maggioranza schiacciante in Parlamento, quale sarebbe il primo provvedimento?
Abolizione della 194. Oggi l’operato politico di un movimento come il nostro non può che ripartire da lì.