A parere di Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, il piano italiano per la ripresa e la resilienza è debole nella transizione verde (Next Generation EU) ed è da allineare con le indicazioni europee.
Ronchi sottolinea che le ingenti risorse di Next Generation EU non sono automatiche, ma vincolate e subordinate al rispetto di condizioni riassunte nella “Guida agli Stati membri per la predisposizione dei Piani”, pubblicata dalla Commissione Ue il 22 gennaio 2020.
Ronchi fa un elenco di tutte le debolezze del Piano rispetto alle indicazioni europee. “L’analisi degli impatti, climatici e ambientali, utilizzando i criteri della tassonomia sugli investimenti eco-sostenibile -osserva- in questa proposta di Piano, non c’è. Non sono indicate né le riforme, né la quantificazione degli investimenti necessari per l’azione climatica: dalle voci presenti si deduce che si è lontani dal 37% indicato dall’ Ue (circa 77,7 miliardi); non viene esplicitato quali riforme siano necessarie e quali misure vadano finanziate per raggiungere il nuovo e impegnativo target di riduzione del 55% delle emissioni al 2030, né quali effetti di riduzione dei gas serra producano le riforme e gli investimenti previsti dal Piano”.
Inoltre osserva che la portata della transizione all’economia circolare è sottovalutata tanto nelle riforme, che negli investimenti; la biodiversità non è esplicitamente citata; sono scarse le risorse previste per rendere più ecologiche le aree urbane e per la mobilità urbana sostenibile.
“Dei circa 67 miliardi di Next Generation EU destinati dalla proposta di Piano italiano alla transizione verde – dichiara Ronch i- oltre 30 miliardi sono impiegati per sostituire finanziamenti già stanziati per progetti già ‘in essere’. Il Piano non indica i criteri seguiti per tale scelta e non spiega come mai una quota così alta – nettamente la più alta fra tutte le 6 missioni- sia stata destinata a progetti già ‘in essere’ proprio per la transizione verde, riducendo quindi notevolmente le disponibilità per nuovi progetti in questa missione”.
“Anche su questo nodo – avverte Ronchi – sarà bene verificare l’applicazione dei criteri europei che limitano questa possibilità, ricordando anche che sono ammesse ai finanziamenti di Next Generation EU solo misure avviate a partire dal 1º febbraio 2020 “.
Con NextGenerationEU l’Europa vuole diventare il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050 e vuole investire in tecnologie rispettose dell’ambiente, introducendo veicoli e trasporti pubblici più ecologici, rendendo gli edifici e gli spazi pubblici più efficienti sotto il profilo energetico. Vuole migliorare la qualità dell’acqua dei fiumi e dei mari, ridurre i rifiuti e le plastiche inquinanti, piantare miliardi di alberi e ripopolare il mondo di api; creare spazi verdi nelle nostre città e sfruttare maggiormente le energie rinnovabili; rendere l’agricoltura più rispettosa dell’ambiente, in modo che i nostri alimenti siano più sani.
Gli altri obiettivi riguardano: la rete 5G e a banda larga ultraveloce; l’identità digitale (e-ID); la sicurezza degli acquisti on line; la protezione dalle minacce sanitarie; investimenti nella ricerca e nell’innovazione per sviluppare vaccini e terapie; la modernizzazione dei sistemi sanitari; la formazione dei professionisti del settore medico e sanitario in Europa; l’incoraggiamento dei giovani a studiare le discipline scientifiche e tecnologiche, sostenendo l’istruzione superiore e gli apprendistati, offrendo prestiti e sovvenzioni ai giovani imprenditori.

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