Diceva: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga.Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra».
Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.

Venerdì 29 gennaio 2021
Mc 4, 26-34
A noi calcolatori di tutto… A noi eterni adolescenti che vogliono tutto e subito, preoccupati sempre dei risultati… Oggi, la Parola ricorda tre esperienze di fondamentale importanza per un vivere sereno e armonioso: umiltà, fiducia e perseveranza.
Il “Regno di Dio” – che non è il Paradiso ma il rendere la terra un angolo di Paradiso – è questione di semina di bene e la vocazione di ciascun uomo è quella di seminare, di gettare nei solchi della storia, semi di bontà e di amore ed entrare nella logica del contadino che, una volta predisposto il terreno e gettato il seme, non va certo tutti i giorni a vedere di quanti millimetri cresce la pianta. Il bene che possiamo fare tutti i giorni cresce anche quando non ci siamo ed è bello affidarsi alla Provvidenza per il suo crescere, senza dover necessariamente valutare i risultati del nostro sforzo. Madre Teresa diceva che “siamo delle matite nelle mani di Dio”: questo è essere umili, avere fede e perseverare nella pazienza.
Guardandoci intorno, la Chiesa sembra perdere consensi e spesso genera disorientamento… Anche al di fuori della fede le cose non vanno meglio, anzi. Guardandoci intorno rischiamo davvero di lasciarci cadere le braccia: il mondo non cambia, la violenza e l’indifferenza sembrano inarrestabili, assistiamo impotenti ai teatrini della politica, non capiamo più nulla della pandemia perché i controsensi dilagano… Il Signore oggi ci incoraggia a non perdere la speranza e continuare, per quella che è la nostra parte, a gettare semi di bene di luce, sempre e ovunque.
Bando all’ansia, amici! Smettiamola di ragionare da piccoli manager ossessionati dai risultati e di misurare la validità e l’opportunità del nostro impegno al bene!
Fidiamoci di più di Dio e del bene di cui il nostro cuore è capace. Per il resto… c’è Master-Dio!
Buona giornata!

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