Ieri è stata davvero lunga la seduta del Consiglio Regionale magistralmente presieduta dal calmo e “scafato” Presidente Dino Latini che ha dovuto gestire persino critiche puerili dell’ex sindaco di Macerata, rancoroso ed attaccabrighe, su epiteti (attore comico) a lui rivolti dopo che lui stesso li aveva rivolti ad altri dando del “codardo”..
Il Bilancio e tutti gli Atti collegati sono stati approvati a larghissima maggioranza, da una Maggioranza unita, responsabile, preparata, determinata nelle decisioni assunte. E’ invece apparso quanto meno singolare che un Bilancio di Previsione condizionato per più di due terzi da scelte fatte dal Pd di Ceriscioli abbia registrato il voto contrario proprio del Pd stesso.
Ma quello che vorrei evidenziare è qualche passaggio del dibattito in particolare riferito alle strategie per lo sviluppo.
Ho sentito l’Assessore Guido Castelli evidenziare come il sistema economico marchigiano si sia trasformato e come oggi sia forte la caratterizzazione di un sistema regionale di micro imprese (l’80% di quelle iscritte alla Camera di Commercio) nei comparti del commercio, servizi terziario ed artigianato ed invece come il sistema Manifatturiero sia fermo o in arretramento.
Ho sentito anche il Presidente Francesco Acquaroli invece parlare di nuovo di “Aziende Leader” come “motore” dello sviluppo dell’indotto e quindi del rilancio del Manifatturiero.
Sembrerebbero posizioni contrastanti se non fosse fatta una necessaria sintesi.
Intanto ha ragione Castelli quando afferma che bisogna partire dai dati di conoscenza del territorio, della popolazione e dell’economia che la Regione non può più solo attingere da fonti statistiche esterne, spesso di parte, parziali e ridotte, dopodichè occorre tenere conto che le Risorse che la Regione si appresta a gestire nel prossimo quinquennio saranno “straordinarie” e ci vorrà una regia sapiente nell’indirizzarle nella direzione dello sviluppo e dell’occupazione.
Auspico solo che non si commetta di nuovo l’errore di “assolutizzare” l’indirizzo dei Fondi Europei verso un manifatturiero che per quanto potrà garantire rilancio economico, questo sarà modesto rispetto al necessario recupero di occupazione ed investimenti che il restante 80% delle imprese diffuse sul territorio potrebbe invece assicurare.
La ricerca, l’innovazione, la digitalizzazione le specializzazioni intelligenti sono certo necessarie, ma non in via esclusiva: in un programma di vera e propria “ricostruzione” di un sistema economico in crisi (si è parlato di un CASO MARCHE) come quello marchigiano di “impresa diffusa” bisogna anche ripartire dalle micro imprese del commercio, dei servizi, del turismo e dell’artigianato anche di servizio che hanno resistito ed ora hanno bisogno di credito veloce e poco oneroso, di sostegno all’ammodernamento e a nuovi investimenti e alla creazione di nuove imprese, di incentivi all’occupazione e alla formazione .
La crescita può avvenire dunque dalla somma di tanti “piccoli motori” di sviluppo.

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