MC 16,15-18
Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. 17 E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Conversione di San Paolo
Quando la religione matura e diventa esperienza di fede, sbocciano personaggi come San Paolo apostolo del quale oggi, la chiesa, ne celebra la “conversione”. A scuola tengo molto (ed affascina molto i studenti) a presentare la materia che insegno – religione, appunto – come esperienza che nulla ha a che fare con la messa, i sacramenti, la chiesa e Gesù Cristo. Con un personaggio come Paolo di Tarso questa differenza abissale risalta subito all’occhio ed assume una validità di grande portata. Paolo credeva nelle tradizioni religiose a cui i suoi lo avevano educato: frequentava con rigore tempio e sinagoga e, con altrettanto rigore però, perseguitava ed uccideva chi, di Dio, aveva fatto in Gesù, un’altra esperienza passando per il canale dell’amore e della vita.
La religione è frutto di educazione, di tradizione, di aspettative: la fede può anche non avere a che fare direttamente con tutto questo. Noi spesso viviamo di troppa religione e poca o per niente fede. La religione viene dall’uomo: la fede è un dono per vivere a pieno e al top l’umanità e la vita. La fede è l’adesione della vita non a regole, principi o norme ma ad una Persona che nel suo stile, nel suo vivere ti “rapisce” (ti spiazza provocando anche una bella caduta esistenziale), da una luce diversa alla tua vita, ti spalanca il cuore, ti libera dal peso dei tuoi limiti e ti spalanca i polmoni ed il cuore facendoti guardare tutto e tutti con il suo stesso sguardo.
«Andate… E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno», riporta oggi il Vangelo di Marco.
La fede e il suo annuncio è concretezza di segnali di carità, di amore, di giustizia, di difesa, di perdono, di opportunità da dare… La fede è essere segno (Sacramento) di Cristo lì, dove vivo, con chi vivo, per chi vivo. Lasciarsi amare da Dio attraverso il Figlio, sentirsi amati per cui sempre rimessi in carreggiata da Lui, e vivere gli altri con lo stesso amore con cui Cristo vive per me.
È affascinante come lo stesso Gesù liberò l’esperienza religiosa dalle mani dei sacerdoti di quel tempo, la portò fuori dal tempio, la sciolse dai legacci delle tradizioni; fu perseguitato ed ammazzato proprio per questo. E Paolo fece altrettanto con i cristiani all’inizio fino a quando non si lasciò disarmare dalla potenza dell’amore di Dio, accogliendo l’amore di Dio nella concretezza del cuore di Gesù e dell’amore che vivevano quelli che si erano lasciati amare da lui.
È questa, nient’altro, l’autentica esperienza di conversione: non un accumulare punti di pratiche religiose ma liberare il cuore dai pesi che lo soffocano, fidarsi ed accogliere l’amore di Cristo e lasciarci spingere da Lui nel vivere la quotidianità della vita e delle relazioni. Conosciuto ed accolto Gesù, sentirò il bisogno di viverlo nella sua Parola, nel suo darsi sacramentalmente, nel condividerlo nella preghiera…
Buona conversione a tutti, allora!

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